≡ Menu

Rapito…

IMG_3014.webp

In un mondo dove l’innocenza è una gemma rara, la perdita di essa è una tragedia incommensurabile. Rapito, il capolavoro di Marco Bellocchio, si immerge nell’oscura acqua di una storia vera, quella del giovane Edgardo Mortara, un bambino ebreo sottratto all’affetto familiare, trainato nelle spire del potere ecclesiastico del Papa Pio IX, interpretato con una carica inquietante da Paolo Pierobon.

IMG_3015.webp

In una società dove la religione e la politica si intrecciano, formando una ragnatela spesso soffocante, il piccolo Edgardo diventa simbolo di una lotta silente, quella dell’identità personale contro l’invadente potere che vuole plasmarla. In questa narrazione, Bellocchio non solo racconta una storia del passato, ma specchia le angosce contemporanee di un’Italia ancora stretta tra gli artigli di poteri che negano l’evoluzione, che temono il cambiamento.

IMG_3017.webp

La lente di Bellocchio, attenta e impavida, si posa sulle figure che orbitano attorno al giovane protagonista, dipingendo con tocchi sensibili ma decisi, l’umanità straziante dei genitori, interpretati con toccante autenticità da Fausto Maria Alesi e Barbara Ronchi. È un mondo plumbeo quello di Rapito, dove le ombre sembrano avere vita propria, raccontate dalla fotografia evocativa di Francesco Di Giacomo.

IMG_3016.webp

Non siamo che il risultato dell’ambiente che ci circonda, e Bellocchio esplora la metamorfosi del piccolo Edgardo con una delicatezza che tocca le corde più profonde. In questa trasformazione, il giovane scopre nuovi orizzonti, ma al prezzo di una perdita incolmabile, quella delle radici che lo ancoravano a una realtà ora lontana.

IMG_3018.webp

Rapito diventa così non solo una riflessione sulla fede e il potere, ma una meditazione più ampia sull’identità, sul conflitto tra chi siamo e chi ci viene chiesto di essere. È un viaggio nel cuore oscuro dell’umanità, un viaggio che Bellocchio intraprende con una maestria narrativa che pochi possono eguagliare.
La storia di Edgardo Mortara risuona attraverso i secoli, un monito delicato ma ferreo sul valore della libertà individuale, sul diritto inalienabile di ogni essere umano di scegliere il proprio destino, di rimanere ancorato alla propria identità anche quando le tempeste della vita tentano di sradicarlo.
Con Rapito, Bellocchio non solo ci regala una perla cinematografica, ma ci invita a riflettere, a guardare oltre le apparenze, a cercare quella scintilla di libertà che risiede in ognuno di noi, anche quando il mondo esterno tenta di soffocarla. In questo senso, Rapito non è solo un film, ma una esperienza emotiva e intellettuale, un viaggio nel profondo dell’anima umana che lascia un segno indelebile.

{ 0 comments… add one }

Rispondi