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Tra Montagne e Parole…

Abbraccio i sentieri che si dischiudono come pagine sotto i miei passi, e come il camminatore che scorge nuove vie sulle creste di un monte, mi trovo immerso nel mondo scolpito dalla penna di Erri De Luca. Un artigiano della parola, scolpisce i suoi pensieri come la pietra e il legno, plasmando una lingua che pare scavare nelle viscere dell’anima.
La Natura, nelle sue mani, è un velo che lentamente si ritira, nuda come il crocifisso, specchio di riflessioni profonde e intrise di verità universale. Le montagne, compagne di un viaggio immaginario e reale allo stesso tempo, accolgono l’uomo e i suoi passi, testimoniando la sua sete di conoscenza, d’amore e di verità.
Con la sua penna, De Luca conduce il lettore in un viaggio dentro se stesso, una cavalcata verso orizzonti di cui prima non si sospettava l’esistenza. Ogni elemento naturale si fa specchio dell’anima, una chiamata silenziosa alla spoliazione delle sovrastrutture, un invito a riscoprire la purezza dell’essenza dell’essere.
Nei meandri delle sue frasi si celano universi interi, strade non percorse che spingono verso lidi lontani. A ogni pagina, si cammina sul filo sottile dei pensieri, si affrontano domande senza risposta che aprono però la mente a riflessioni abissali. Le parole di De Luca disegnano con precisione e delicatezza i contorni del creato. Ogni particolare, anche il più piccolo, si carica di un significato inedito. Il vento che canta tra le cime degli alberi, l’acqua che danza lungo il letto del ruscello, i sassi levigati dalla pazienza del tempo, sono manifestazioni di un divino che parla direttamente all’anima.
E anche quando si chiude il libro, il viaggio continua. Le parole di De Luca sono semi che, una volta piantati, germoglieranno in maniere diverse ad ogni rilettura. Come la montagna che muta aspetto a seconda della luce, il testo rivela prospettive sempre nuove.
L’immersione nelle pagine di De Luca è un tuffo nel fiume della vita, una riscoperta della meraviglia celata nei dettagli più insignificanti. È un ritorno all’essenza, una liberazione dalle sovrastrutture che ci imprigionano, un riconoscimento dell’uomo nel suo stato più puro, simbolizzato dal crocifisso nudo. È un ascolto attento del silenzio della Natura, che parla un linguaggio diretto e potente all’anima.

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