C’è un tempo perfetto per fare silenzio
Guardare il passaggio del sole d’estate
E saper raccontare ai nostri bambini quando
È l’ora muta delle fate…
Non sono i connettori a tessere l’ordito delle frasi, né le parole che echeggiano fredde come l’inverno. Non è il vento a increspare lievi onde sull’acqua salmastra, riflettendo la luce dell’alba, quella luce fioca e tenera. Non è l’ennesimo giorno disteso come un lino a sventolare.
Non sono le vocali che schioccano nell’aria come frustate, né le chiamate di una madre al figlio, pronunciate con affetto e amore la sera. Non è quel tormento sottile che pulsa nelle tempie come un cuore invisibile. Non sono sussurri oziosi in una stanza afosa.
Non sono gli anni addolciti dall’oblio dei ricordi. Non è la notte che piomba d’improvviso, troppo precoce, ai margini del giorno. Non è il fruscio delicato delle foglie sotto i nostri passi d’ogni giorno. Non è il muto desiderio di un’adolescenza timida. Non sono le preghiere sussurrate dalle donne pentite.
Non è la vergogna per l’estasi della carne. Non è l’ammutolirsi di una voce, lo strappo nel cuore, la schiena che si incurva. Non sono lacrime che scorrono come rivoli di dolore. Non sono sospiri pesanti che appesantiscono l’aria di mestizia.
No, non è nulla di tutto questo. È solo il tempo, che scorre inesorabile.
Dicono che c’è un tempo per seminare
E uno più lungo per aspettare
Io dico che c’era un tempo sognato…
Che avremmo dovuto sognare.