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avere una visione…

Nel mezzo del chiasso della Grande Mela, Saul Leiter ha saputo ritagliarsi un silenzio in technicolor. Non ha mai rivendicato il titolo di filosofo (“I don’t have a philosophy. I have a camera.”), ma a noi pare che le sue immagini parlino, urlino idee, e se questo non è pensare con la luce, allora io non so cos’altro possa essere.
La sua macchina fotografica, estensione della mano e dell’anima, ha rubato al caos urbano trame di colore, ha svelato la bellezza nascosta nelle strade, nelle finestre bagnate dalla pioggia, negli scorci di un mondo in continuo movimento. E quegli stessi colori che i suoi contemporanei tenevano relegati nell’ambito del commerciale, lui li ha trasformati in linguaggio, strumento di una narrazione unica e personale.

Nelle sue mani, la vita quotidiana diventava un teatro di frammenti raccolti, di ombre giocose, di riflessi che non si accontentavano di riprodurre, ma ricreavano il mondo. Saul Leiter ci ha lasciato una mappa in negativo, di tutto ciò che gli occhi troppo frettolosi non riuscivano a vedere.

Thames & Hudson ha curato una raccolta di suoi lavori, ma mi pare che questo sia solo un altro modo per dire che ci hanno regalato un viaggio. Leiter era uno di quegli artisti che amavano perdersi, che trovavano nel non essere riconosciuti uno spazio di libertà, un luogo dove poter creare senza dover rispondere a niente e a nessuno. Anche se la sua vita ha conosciuto la fama, il suo cuore è sempre stato nella penombra, lì dove la luce si fa mistero.

Le sue immagini, a volte tanto astratte da sembrare dipinti, ci mostrano un altro lato di New York, quello che resta quando si spengono i neon e la vita si fa intima. Leiter ci porta per mano attraverso i suoi scatti e ci ricorda che non tutto ciò che conta è alla luce del sole. Come lui stesso ha detto: “There are the things that are out in the open and then there are the things that are hidden, and life has more to do, the real world has more to do with what is hidden, maybe. You think?“. (“Ci sono le cose che sono alla luce del sole e poi ci sono le cose che sono nascoste, e la vita ha più a che fare, il mondo reale ha più a che fare con ciò che è nascosto, forse. Non credi?”)

Guardando le sue fotografie, mi pare di capire cosa intendesse: ciò che è nascosto non è per questo meno vero. La realtà ha i suoi segreti, e Saul Leiter, con la sua macchina fotografica, ne ha scovati alcuni, regalandoci frammenti di un mondo che altrimenti sarebbe rimasto invisibile. Ecco cosa significa essere un artista, ecco cosa significa avere una visione…

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