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Quando tutti sapranno rispondere, saremo a posto…

Nella primavera di un domenica lontana, il 26 maggio 1985, il sipario si chiuse sull’ultima puntata di Bit- Storie di computer, trasmessa su Italia 1. Un programma che, nel suo genere, aveva aperto le porte a una nuova era, quella dell’informatica, regalando alla televisione italiana un pezzo di storia.
Un anno prima, nell’aprile del 1984, Bit aveva fatto la sua comparsa, un inedito concentrato di tecnologia, condito con la divulgazione scientifica e portato sul piccolo schermo da un maestro del racconto, Luciano De Crescenzo. Si sarebbe potuto definire un esperimento bizzarro, una scelta coraggiosa per una rete televisiva commerciale, dedicare quaranta minuti di palinsesto a un argomento così specifico e tecnico. Ma il successo fu inaspettato: la prima stagione di Bit si concluse con un premio Telegatto.
De Crescenzo, che aveva sulle spalle quasi sei decadi di vita ma nel cuore l’energia di un ventenne, aveva trascorso gran parte della sua vita nella IBM. Poi, abbandonato il timone, aveva scelto di diventare un menestrello del sapere, artista della parola scritta e televisiva. Se il grande pubblico lo amava come filosofo, lui, invece, non dimenticava mai la sua prima passione: i computer.
Queste le sue parole, tratte da una spassosissima intervista: “Berlusconi ha sempre l’idea giusta al momento giusto… ha capito che l’Italia si stava chiedendo che cos’era questo benedetto computer… allora pensò a una trasmissione che insegnasse l’uso del computer nella vita di tutti i giorni… la scelta del conduttore era necessariamente un incrocio tra l’affabilità di un Pippo Baudo e la competenza di un ingegnere qualsiasi. Ecco, io ero la persona giusta.”
E quando gli si chiedeva quando l’uomo comune sarebbe stato pronto per il computer, lui rispondeva: “Gli manca la cultura. L’informatica dovrebbe essere insegnata fin dalla scuola elementare. Solo allora il computer diverrà un oggetto comune, perché sarà la conseguenza della diffusione della cultura informatica… fino a quel giorno, l’interrogativo è: che cos’è e a che serve questo benedetto computer? Quando tutti sapranno rispondere, saremo a posto.”
Luciano De Crescenzo ci ha lasciati il 18 luglio 2019. La sua assenza è come un silenzio troppo grande in una sala piena di gente. Ci manca molto.

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