John Simmons, artista di molteplici talenti, la cui opera attraversa i decenni come un fiume in piena. Nato a Chicago, è cresciuto durante l’era dei diritti civili, la sua fotografia ha preso vita tra le tensioni politiche e razziali degli anni ’60, sotto l’ala protettiva del noto fotografo di diritti civili di Chicago, Bobby Sengstacke.
Dopo aver completato i suoi studi universitari in arte e fotografia alla Fisk University, Simmons ha proseguito i suoi studi in cinematografia all’Università della California del Sud, per poi trasferirsi a Los Angeles, dove risiede ancora oggi.
Nel 2004, Simmons è stato ammesso nell’American Society of Cinematographers (ASC) e attualmente ne è il Vice Presidente, oltre a copresiedere il Comitato Visione dell’ASC. Siede anche nel Consiglio di Amministrazione dell’Accademia Televisiva, lavorando per aumentare la diversità nei set televisivi. Ha insegnato alla UCLA per 26 anni prima di lasciare per concentrarsi sulla sua fotografia.
Il tocco di Simmons si può vedere in video musicali e spot pubblicitari per artisti come Stevie Wonder, Britney Spears, Snoop Dogg e molti altri. Nel cinema, ha collaborato con giganti dell’industria come Spike Lee e Debbie Allen, e ha lavorato come direttore della fotografia per più di 25 serie televisive. Ha ricevuto un Emmy per il suo lavoro su “Nicky, Ricky, Dicky & Dawn”.
Oltre alle mostre menzionate, le sue fotografie sono custodite presso il High Museum of Art di Atlanta, il Museum of Fine Arts di Houston, il Center for Creative Photography, il David C. Driskell Center, l’Università del Maryland e l’Università di Harvard, dove sono state esposte in “Time is Now: Photography and Social Change in James Baldwin’s America” presso il Carpenter Center for the Visual Arts. Il suo lavoro fa parte anche della collezione permanente dell’ASC.
La mano di Simmons sembra aver catturato un frammento di eternità, con un’attenzione particolare per l’umanità e per i cambiamenti sociali. La sua arte è come un pugno delicato, forte nel suo messaggio ma morbido nel suo tocco, creando immagini che rimangono impresse nell’anima come un ricordo indelebile.
Le sue foto parlano di lotta, di speranza, di cambiamento. C’è una forza tranquilla nel suo lavoro, un senso di resistenza che si insinua tra le pieghe delle sue immagini. È un cantastorie silenzioso, le sue fotografie sono melodie visive di un tempo che era, di un tempo che è, di un tempo che potrebbe essere.
È l’occhio di Simmons che racconta, non la fotocamera. Lui guarda attraverso l’obiettivo e vede il mondo come nessun altro può vedere. C’è un amore profondo per la vita nelle sue opere, un’ammirazione per la bellezza nel quotidiano che risuona in ogni scatto. Le sue immagini sono una testimonianza silenziosa del nostro tempo, un ricordo visivo che ci ricorda chi siamo, da dove veniamo e, forse, dove stiamo andando.