“The Suffering of Light” di Alex Webb si dispiega come un viaggio nei meandri della luce, un viaggio lungo trent’anni che indaga le sfumature e i contrasti della realtà quotidiana. Come un danzatore che si muove tra luci e ombre, Webb non si accontenta di fermarsi in superficie, ma si tuffa nelle profondità di ciò che osserva.
Si addentra nelle arterie delle città, nelle vene pulsanti dell’America Latina, negli intricati sentieri di Istanbul, nelle strade bagnate di sole della Florida. Ogni luogo diventa un nuovo capitolo di una storia iniziata nel 1979, una trama in continua tessitura.
Le sue fotografie sono echi di tensioni, riverberi di ossessioni e parentesi di quiete. Sono espressioni di un caos armonioso, ritratti di un mondo cangiante immortalati attraverso lo sguardo di un pittore del colore.
Il caos e il mistero coabitano nel lavoro di Webb. Il suo processo creativo danza tra la lucidità dell’osservatore e l’abbandono dell’artista, ogni scatto una finestra aperta sul mondo. I suoi progetti non sono meri album di immagini, ma racconti di luoghi, di popoli, una cronaca senza fine di vita.
“The Suffering of Light” è un prisma della condizione umana, una tessitura di storie che attraversano tempo e spazio, un soffio di vita catturato. Trent’anni di esplorazione raccontati attraverso il linguaggio dei colori e dei contrasti di un artefice del reale. È un inno alla luce, con la sua capacità di svelare, nascondere, trasformare e, talvolta, far soffrire.