Margherita Hack, un faro nel mare scuro del cosmo, una donna la cui comprensione dell’universo ha aperto nuove strade per l’umanità. Nata a Firenze, la città del Rinascimento, forse è lì che ha imparato a guardare le stelle con occhi diversi, a cercare di capire le leggi che regolano il grande orologio del cielo.
La sua visione del tempo riflette la profondità della sua comprensione. Il tempo, infatti, non è solo un concetto astratto. È la trama stessa della realtà, il filo che intreccia passato, presente e futuro. È il teatro sul quale la vita e la morte danzano, dove il nuovo nasce e il vecchio muore.
Ma come può essere? Come possiamo definire qualcosa di tanto sfuggente e implacabile? Come dice Margherita Hack, il tempo si rivela nel cambiamento. Si vede nel germoglio che diventa albero, nel volto che invecchia, nella terra che si erode. Anche la pietra più dura, data abbastanza durata, si polverizza.
Eppure, anche in questo incessante fluire, c’è bellezza. C’è il sapore dolce-amaro della nostalgia, la gioia di un nuovo inizio, la tristezza di una fine. Sì, tutto cambia, tutto passa, ma è proprio in questo cambiamento, in questo passaggio, che risiede il fascino del tempo.
Siamo creature temporali, gettate in un universo che non smette mai di mutare. E, come Margherita Hack, possiamo solo cercare di comprendere, di cogliere il ritmo sottile di questo eterno divenire.