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una sinfonia visiva di vita quotidiana…

Fred Herzog, incisore del quotidiano con l’occhio della macchina fotografica, ha navigato il vasto oceano della vita urbana, gettando l’ancora nelle strade di Vancouver. Da lì, raccolse la sua opera, una sinfonia visiva di vita quotidiana, con le sue mille storie nascoste dietro l’apparente banalità.

Il colore, lui lo prende e lo fa suo, una pennellata di audacia in un’epoca che vedeva solo in bianco e nero. Non per lui le ombre e le luci contrastanti, ma la tavolozza della realtà, viva e vibrante come la vita stessa. Immortalava il quotidiano con la stessa passione di un pittore che affronta una tela bianca, trasformando l’ordinario in straordinario attraverso l’obiettivo della sua macchina.

La sua Vancouver è un teatro di vita, popolato da attori inconsapevoli. Ogni scatto, un atto in sé, racconta una storia di umanità: bambini giocano in strada, insegne luminose accendono la notte, un barbiere guarda fuori dalla finestra. E così, con la precisione di un orologiaio, Herzog cattura il tempo, lo congela e lo consegna all’eternità.

Uno dei suoi ritratti più emblematici è ‘Man with Bandage’, 1968. È un’immagine che parla non solo di un uomo, ma dell’intera umanità, nella sua vulnerabilità e resilienza. Un uomo con un cerotto, un eroe del quotidiano che porta i segni delle sue battaglie, un viandante solitario nel paesaggio urbano.

In tutto questo, c’è la poesia di Herzog, una poesia visiva che parla attraverso il silenzio delle immagini, che racconta le storie non scritte dietro i volti e i luoghi. C’è la musica del quotidiano, un canto di colori e luci, un’armonia ritratta in ogni scatto. Ed è così che Herzog ci consegna un ritratto di noi stessi, un ritratto della vita, vibrante e colorata, in tutta la sua amara dolcezza.

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