Ettore Majorana, firma impressa nel codice segreto dell’universo, labirinto insondabile di rivelazioni e misteri. La sua vita nell’arena matematica inizia tra i muri eterni di Roma, dove le strade dell’ingegneria si intrecciano per la prima volta con le sue orme. Nei corridoi accademici, le sue impronte risuonano ancora con le eco di una genialità precoce. Pittarelli, il veterano, la mente ancora agile come un filo d’acqua, viene spazzato via da un torrente di giovinezza e innovazione.
In queste mura di conoscenza, Majorana trova un terreno fertile, nonostante i limiti di un sistema educativo ancorato al passato. Le sue intuizioni affrontano la rigidità dei metodi con l’audacia di un viaggiatore che non teme l’orizzonte. Eppure, l’intelletto di Majorana brilla più intensamente quando si dedica agli altri, quando spiana la strada per coloro che si perdono nel bosco denso dell’apprendimento.
Risuonano ancora le parole di Gastone Piquè, compagno di un tempo, che affrontava un problema come un gigante invincibile. Quattro pagine di calcoli, intricati come un groviglio, sotto la guida di Majorana diventano quattro parole, ponte verso la comprensione. Quel ponte diventa la chiave del successo nell’esame, lasciando il professore stupito. Majorana, eroe silenzioso, si fa carico anche dell’esame di un amico, dimostrando un’audacia unica.
Majorana, fiore raro nel giardino della scienza, lascia dietro di sé un’eco che riecheggia nei corridoi dell’Università e tra le pagine dei libri. Anche se le sue teorie continuano a sfidare e a rivoluzionare la fisica moderna, persiste il mistero della sua vita, un enigma ancora insondato, il ricordo di una risata nei corridoi dell’Università, il sussurro di una formula perduto nel vento di Roma.