Lorenzo Meloni, un suono che riecheggia nell’aria, una nota che cade sul pentagramma del mondo, fra l’ombra e la luce. Fotografo, uomo d’Italia, saggio dei volti, pittore dei paesaggi di guerra e di quelli umani, congegnati l’uno nell’altro, e se c’è guerra nell’uomo, c’è l’uomo nella guerra.
Lui, osservatore storico con la sua scatola nera, cattura attimi e li conserva come sementi nel granaro del tempo. E nel tempo sgranato nelle sue immagini, il passato e il presente si mescolano, voci di pietra che parlano, raccontano, denunciano i contesti sociali, politici, culturali. Ogni foto un solco nel terreno della coscienza, un invito a piantare il seme della riflessione. Osservare, capire, riconoscere i cicli dell’umanità, la rotta ripetuta, l’abitudine alla rovina.
Decennio di ombre e luci nel Medio Oriente, nel Nord Africa. Libia, come una fenice, post-Gheddafi, tra i detriti della guerra e la speranza della democrazia, le milizie, il traffico di vite umane. Yemen, Iraq, Afghanistan, Siria, nomi come ferite sulla pelle del mondo, storie scolpite nella pietra del tempo. Una sequenza ininterrotta di racconti in bianco e nero.
“We Don’t Say Goodbye”, parole come pietre, una monografia, una mappa dell’anima. Stato Islamico, ascesa e caduta, cicatrici e semi per il futuro. Accordo Sykes-Picot, intervento occidentale, passato che si riflette nel presente, presente che anticipa il futuro, tutto catturato, tutto espresso nel linguaggio silenzioso delle sue fotografie.
E poi “L’Arbre aux Papillons”, nuova avventura, nuovo viaggio. L’uomo e la natura, progresso e conservazione, equilibrio che pende come un filo di seta nel vento. Un dialogo nuovo, una sfida al tempo, al mondo.
Le sue foto, come semi, sparse nel vento, atterrano in prestigiose collezioni, si annidano nelle pagine delle riviste, fioriscono nelle esposizioni, nei festival. Meloni e il suo sguardo, testimone di un mondo che cambia, che si distrugge e si rigenera. Magnum Photos, riconoscimento di un percorso, di un talento. Lorenzo Meloni, testimone del tempo, della storia, di noi stessi. La sua fotografia, un flusso di coscienza che prende forma, che si fa materia, che si fa storia. Un invito, una sfida: guardare, riflettere, comprendere.