I dreamed I held you in my arms
When I awoke, dear, I was mistaken
— da You Are My Sunshine
Il remake del 2022 di “Goodnight Mommy”, la celebrità austriaca Susan Wuest, fasciata, distorta, il volto nascosto, un mistero. Lei ritorna a casa, incontra i gemelli, Elias e Lukas. Come nel 2014, si chiedono, è davvero lei? La stessa domanda, la stessa tensione. Eppure, tutto è diverso.
Silenzio nella casa, un silenzio pesante, insostenibile, finestre oscurate, occhi banditi, niente luce, solo ombre. Regole severe, un ecosistema di paura, la madre si trasforma, è estranea, distante, come nel film originale, ma ancora più glaciale, più minacciosa.
Una fotografia, occhi verdi al posto degli azzurri, i dubbi si fanno certezze, l’impostora. Una corsa verso la libertà, interrotta, ritorno forzato, come un déjà vu del 2014, eppure diverso, diverso.
Scatta qualcosa nei ragazzi, il potere si rovescia, la madre legata, un interrogatorio gelido. Parole che feriscono, risposte evasive, verità nascoste. Il ritmo accelera, rispetto all’originale, il terrore si intensifica, si avvicina.
La rivelazione, Lukas è morto, Elias vive un incubo, la realtà si frantuma. Un colpo al cuore, un tormento interiore, una tragedia inaudita. Come un echi dell’originale, ma ancora più angosciante, più cupo.
Il remake di “Goodnight Mommy”, un viaggio nel terrore e nella paranoia, un labirinto di identità o una crudeltà? Come l’originale, divide, sconvolge, colpisce. Due film, un solo titolo, un’unica paura. Un thriller psicologico, un’esperienza oscura, un incubo che rimane. “Goodnight Mommy”, un nuovo film che riflette e distorce l’originale, risuonando con echi del passato e creando nuove ombre da temere.