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un invito a guardare oltre…

Daido Moriyama, un faro nella tempesta multicolore dell’arte fotografica, è un sarto dell’immagine, un pittore del reale e del surreale, un cantore dell’umano e dell’inumano. Attraverso il suo sguardo, il normale diventa straordinario, il quotidiano si tramuta in eccezionale, il caos si risolve in armonia. La sua macchina fotografica, un semplice strumento nelle mani di molti, nelle sue diventa un ponte tra mondi, un’estensione del suo essere, un filo conduttore tra l’interno e l’esterno.

Moriyama esplora il suo soggetto come un poeta scandaglia il significato di una parola, come un musicista sonda le profondità di una nota. L’emozione, il pathos, si sprigionano dalle sue immagini come una melodia sussurrata al vento, penetrando l’osservatore in maniera profonda, lasciandolo spesso senza parole, immerso in un mare di riflessioni.

Uno degli emblemi di questa potente narrazione visiva è lo scatto “Stray Dog”, 1971. Un cane randagio, un abitante della strada, ci fissa dagli occhi lucidi, quasi accusatori, ma non privi di un certo desiderio inespresso. Sembra un fantasma, un’ombra evanescente, ma è lì, realissimo, che sancisce la nostra intima connessione con il mondo animale, con il mistero della vita, con la fragilità dell’essere.

In “Tights”, del 1987, Moriyama indaga l’intimità del femminile, trasformando una semplice gamba in un’opera d’arte, un inno alla sensualità e all’eleganza. La luce, come un pittore abile, disegna sulla tela del corpo linee e ombre, creando un gioco di forme e texture che affascina e sorprende.

Infine, in “Shinjuku”, 2002, Moriyama cattura l’energia pulsante di Tokyo, una metropoli che non dorme mai, una danza perpetua di luci e ombre, di volti e figure. In questo scatto, la città diventa un palcoscenico dove si rappresenta l’umanità in tutte le sue sfaccettature, un labirinto di strade e vicoli dove si intrecciano storie di vita, di amore, di solitudine.

Nell’opera di Moriyama, l’arte della fotografia diventa un percorso di scoperta, un viaggio nell’umano e nel divino, nel conosciuto e nello sconosciuto. Ogni scatto è un invito a guardare oltre, a cercare la bellezza nascosta nel cuore dell’ordinario. In questa scoperta, ci ritroviamo a viaggiare non solo nel mondo che ci circonda, ma anche dentro di noi, a esplorare i nostri desideri, le nostre paure, il nostro misterioso essere. In questo senso, l’arte di Daido Moriyama non è solo un dono alla fotografia, ma un dono all’umanità. Un dono che illumina, che stupisce, che tocca l’anima.

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