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un’anima in tempesta che non trovava pace…

Renato Caccioppoli, nato dal ventre di Napoli, dalla terra dove il sole s’innamora del mare. Un seme di ribellione germogliato dal nome di un antenato rivoluzionario. Con l’andatura sicura di un pellegrino, si muoveva tra i corridoi dell’università. Le sue lezioni non erano conferenze, erano sinfonie di numeri e teoremi che danzavano nell’aria. “Il limite è una linea timida”, era solito dire, parole di un sussurro antico che rimbalzano tra le pareti di un’aula.

Ma lui non era solo un matematico, era uomo, complesso e pieno di vita. Un fuoco per la giustizia ardeva dentro di lui, un’ira divina contro l’ingiustizia umana. Non era un santo, né un eremita, era un uomo del mondo, conosceva l’ingiustizia e l’aveva sfidata.

Dentro di lui bruciava un fuoco inarrestabile, un’anima in tempesta che non trovava pace. L’8 maggio 1959, il suo lume si spense. La matematica perse un figlio prediletto, il mondo un pensatore audace.

Nel suo appartamento di Napoli, Caccioppoli decise di farla finita. Un colpo di pistola, un silenzio che pesa. La sua morte fu come la sua vita, intensa, tragica, indimenticabile.

Filosofo re che si dilettava nell’abdicare, nel liberarsi del potere del pensiero. Un antitradizionalista, con un quarto di sangue russo che bruciava nelle sue vene. Un’emotività per i matti, un pugno alzato in un ristorante per un antifascismo frivolo e situazionista.

Renato Caccioppoli pensava che bastasse aprire un occhio. Uno solo per vedere la realtà nuda, senza filtri, senza pregiudizi. Quando gli studenti protestarono per i passaggi matematici saltati durante le sue lezioni, con un sorriso malizioso, rispose: “Qualcuno gli ha mostrato il campo e lui, aprendo l’occhio che aveva chiuso, finalmente ha visto”.

Era l’archetipo del Pensiero Debole, un pensiero che sfida le catene del Pensiero Forte, il pensiero della tradizione. Ma era tutt’altro che debole, era un gigante che camminava tra noi, un gigante che danzava leggero come una piuma sotto il peso del mondo.

Renato Caccioppoli, un nome che risuona ancora nelle stanze della matematica, un’eco che non si spegne. La sua vita è stata un canto alla conoscenza, alla libertà, alla passione. Una luce che, nonostante tutto, continua a brillare.

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