Non c’è niente di cui abbiamo più bisogno. Ridare un nome alle cose. Daccapo, rinominarle come quando per un’amnesia collettiva arriva un estraneo e attacca le etichette alle cose, a battezzarle: tavolo, penna, fogli, sedia. Oh, sentite qua: se-dia. Serve a riposarvi. Cos’è questo? Un libro. Ah, sì. Ricordate? Un libro, un libro. Sapete cos’è, no? A cosa serve? Bene, passiamo alla forchetta.
E noi? Noi sappiamo di cosa parliamo quando parliamo di amore? Di dolore? E del rispetto? Il ricordo? Il tempo, il silenzio? La mancanza? Il rimorso? Avete da qualche parte appiccicata un’etichetta, un post-it, che vi ricordi cosa sono?
{ 0 comments… add one }
Next post: …due più due fa quattro, questa è matematica.
Previous post: …ciò che non c’è