Ci sono quelli che ci credono a prescindere: fermi e inamovibili nella loro fede. A questi si contrappongono quelli che non ci credono affatto, e restano tetragoni nel loro rifiuto più assoluto. Ci son quelli poi che dubitano dell’esistenza ma che a scegliere conviene comunque crederci, ché tanto poi alla fine, mal che vada, hanno guadagnato l’illusione di vivere nella speranza dell’esistenza. Poi, ancora, ci son quelli che preferiscono non porsi affatto il problema, e per comodità dicono di sì, ci credono anche loro… Insomma, e qui chiudo, era dai tempi di Anselmo d’Aosta che non c’era un tal fervore tra le ragioni del credere e quelle del non credere nell’esistenza, come per l’intercettazione di Crocetta.
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