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Socialisti…

Il terrore dell’Is supera il confine siriano e fa strage in Turchia, uccidendo 30 persone. A essere colpito è un centro culturale a Suruc, a una decina di chilometri dalla frontiera. Lì, poco prima di mezzogiorno, un attentatore kamikaze — leggo dai giornali — si è fatto esplodere proprio in mezzo a un gruppo di attivisti socialisti giunti da Istanbul, Ankara, Smirne e Diyarbakir. Tutti si erano dati appuntamento sul posto prima di una missione di aiuto che fino a domenica li avrebbe condotti nella vicina città curdo-siriana di Kobane, martoriata da mesi di conflitto con l’Is.
Una strage, quella di ieri, simile a quella perpetrata sull’isola norvegese di Utoya nel lontano 2012 dal fanatico difensore della purezza etnica ariana Breivik. Lì — mi pare di ricordare — i morti furono una settantina: massacrati, con crudele freddezza, uno a uno. Dettaglio che li accumunava a quelli di ieri: erano giovani socialisti.
Onoriamo il ricordo di questi militanti che a ogni latitudine si battono per la giustizia sociale e contro la discriminazione su base etnica e religiosa. La Turchia non è affatto una terra lontana: è la linea di frontiera mobile di un conflitto che riguarda da vicino tutti noi. Da ieri, ancora più vicino. Troppo vicino.

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