Una mattina Petr, lo scarafaggio, destandosi da sogni inquieti, si trovò mutato, nella sua tana, in un minuscolo e lindo politico. Era disteso con la schiena sulla terra nuda, dura come solo la faccia di certi suoi colleghi, e alzando un poco la testa poteva ben vedere il suo ventre molle, chiaro, obeso, coperto da peli lunghi e radi, in cima a cui la coperta del letto, vicina a scivolar giù tutta, si manteneva a fatica.
Due gambe e due braccia, mostruosamente grosse rispetto alla sua mole, si muovevano davanti ai suoi occhi.
«Che cosa mi è accaduto?», si domandò. Non stava affatto sognando. La sua tana, una normale tana per blatte, anche se un po’ troppo piccola, era sempre lì quieta come l’aveva lasciata prima di addormentarsi…
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