Il reddito di cittadinanza è proposta discutibile ma importante. Si parla di 780 euro al mese per chi non ha altri redditi o — per chi ha un reddito inferiore — una parte di questi fino al raggiungimento di tale cifra. Riguarda, nei fatti, la dignità delle persone e pone l’accento sul pauroso differenziale in atto tra reddito e lavoro.
Tralascio la questione della sostenibilità della spesa per le già malandate casse statali ché, nei fatti, interessa qui esporre un principio. Tralascio anche la brutalità — tipica dell’omuncolo — con cui il solito Salvini s’è espresso, parlando di “elemosina di Stato”. Appunto qui solamente un’obiezione, discussa e presa in seria considerazione nei paesi a forte tradizione capitalistica, riguardo all’argomento. Perché — detto senza grazia — un giovane disoccupato dovrebbe farsi il mazzo tanto a cercare un lavoro (i cui guadagni vanno tassati) quando può starsene comodamente a casa e percepire i suoi 780 euro netti, esentasse?
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