Certo, certo che mi ricordo di te. Abbiamo anche seguito quel corso assieme: mi ricordo, mi ricordo bene. Dici che non ti sei mai interessato di politica ma che ‘stavolta è cosa diversa. E ti credo! Certo che ti credo! Ah… capisco: pure a Roma sei stato? ‘Sticazzi! Come? I Meetup… Ah, sì… i Meetup. Capisco. Ma sai, devo essere sincero, no, non ho voglia di discutere con te né di Grillo né del vostro movimento-penta-stellare. Come? Dici che sbaglio? Può essere. Ma, te lo ripeto, lentamente: non-ne-voglio-parlare. Sì, il problema – scusa la sfacciataggine – sei tu: sei in quello stato in cui non ha senso discutere: è solo tempo perso. Per te, ora, conta solo evangelizzare e io, caro mio, non ho alcuna intenzione di farmi evangelizzare dalla tua fede neosfascista.
Mah, che dirti: davvero non so che replicare. Hai tutto il diritto di sentirti offeso, di togliermi il saluto… ma – caro il mio evangelizzatore – io me ne sbatto allegramente i coglioni.
E no, no che non spenderò una – dico una – parola per farti cambiare idea: è giusto che tu percorra, in piena autonomia, fino in fondo, la tua parabola (discendente) verso la delusione; che ti schianti contro al muro della disillusione. Ci siamo capitati tutti, e non è giusto che io ti privi di quest’esperienza formativa. Abbiamo pagato, paghiamo e pagheremo tutti – mannaggia il cazzo! Ma del resto – Historia Magistra etc. etc. – è stato sempre così. Si chiama democrazia, anche se somiglia a un cazzo in culo.
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